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La cultura del dato

Abbiamo una strumentazione tecnologica davvero poderosa e a basso costo che consente di registrare qualsiasi tipo di dato per poi trasformarlo in preziose informazioni. Manca però nelle imprese una cultura del dato. Spesse volte nella mia attività di consulenza mi ritrovo con dati raccolti male, o peggio ancora aziende che non sanno di avere a disposizione dei dati.

Quello che davvero manca è proprio una cultura che renda le persone sensibili alla raccolta, manutenzione ed utilizzo del dato. Spesso si utilizza il tanto amato foglio Excel, senza però sapere che esistono alternative altrettanto valide e poco costose. Ma anche se volessimo utilizzare Excel perché i nostri collaboratori solo quello conoscono, la costruzione del sistema di raccolta dati non tiene conto di semplici ed elementari regole che consentono poi di trasformarlo in informazione.

Se pensiamo alla raccolta di ortaggi in campo che poi dovranno essere trasformati in alimenti facilmente consumabili vediamo che c’è una particolare cura in questa attività in quanto una raccolta fatta male può rendere difficoltosa la sua successiva trasformazione o la qualità del prodotto finito. In molte aziende la raccolta dei dati è fatta come nei campi ai primi dell’800.

È necessario quindi lavorare perché in azienda si consolidi una cultura del dato come risorsa preziosa più di un qualsiasi altro asset aziendale, in quanto i macchinari o le materie prime qualsiasi azienda al mondo può averli disponibili uguali ai nostri. I dati no, sono quelli che se utilizzati correttamente possono fare la differenza.

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