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Andare all’estero in tre mosse

Vendere nei mercati esteri può essere una buona prospettiva per allargare il proprio business e riuscire a superare questo momento di forte turbolenza (volgarmente chiamato “crisi”), ma se fino ad alcuni anni fa andare all’estero (o per utilizzare un termine tecnico, attuare una strategia si internazionalizzazione) poteva essere appannaggio delle medie grandi imprese, adesso grazie allo sviluppo tecnologico ed al crescere dei servizi offerti da molte imprese anche una piccola o micro impresa può pensare di realizzare questa strategia. In questo post vi presento una semplice strategia rivolta alle piccole imprese, low-cost ed ad imbuto.

Mentre le prime caratteristiche di questa strategia sono abbastanza chiara l’ultimo punto si riferisce al fatto che la strategia tende a partire con un numero elevato di mercati potenziali esteri molto alto per poi scremarli man mano che si procede.

Individuare i mercati: è questa la prima scrematura, nel mondo ci sono circa 200 nazioni per cui dobbiamo individuare un criterio per selezionarne alcune. Un primo criterio potrebbe essere la lingua ad esempio partendo dalla lingua inglese che è abbastanza diffusa (poi bisogna considerare anche le competenze possedute in azienda ad esempio se avete un dipendente che parla spagnolo potete allargarvi anche in questi mercati). Altro criterio può essere il reddito, il mio consiglio è di visitare il sito http://www.nationmaster.com dove è possibile reperire centinaia di statistiche sulle nazioni del mondo e riportarle su un  foglio Excel sul quale effettuare poi la selezione. Altre informazione gratuite o a basso costo potete ottenerle utilizzando due strumenti di google come google insight o adwords, infine potete dare un’occhiata ai report dell’ICE ( ce ne sono diversi gratuiti).

Predisporre il prodotto: Nel predisporre il prodotto per i mercati esteri andremo a fare una ulteriore selezione dei paesi in cui vendere andando a selezionare quei paesi che richiedono pochi cambiamenti al nostro prodotto ad esempio la confezione o qualche semplice modifica richiesta dalla normativa nazionale, anche in questo caso può esserci di aiuto i report pubblicati dall’ICE o dai report della vostra associazione di categoria (alcune associazioni forniscono ai propri soci dei servizi proprio per chi decide di andare all’estero)

Predisporre la logistica: A questo punto dobbiamo individuare i corrieri (tra quelli internazionali) che offrono i migliori servizi per i paesi in cui decidiamo di esportare e soprattutto dispongono di un buon ufficio doganale per sbrigare le pratiche di sdoganamento. A questo punto facciamo un ulteriore selezione dei potenziali mercati esteri in cui entrare scegliendo quelli che presentano i minori costi logistici (ad esempio provate a chiedere ai potenziali corrieri una quotazione per una spedizione nei paesi esteri selezionati per un ordine medio, alcuni corrieri permettono di fare questa verifica direttamente dal loro sito)

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