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Interporti italiani in crescita

Alla ricerca di una mobilità sostenibile, le nazioni europee stanno promuovendo nuove formule di trasporto delle merci alternative. In questo contesto giocano un ruolo chiave da un lato i trasporti intermodali, ovvero quelli effettuati attraverso l’ausilio di una combinazione di mezzi diversi, e, dall’altro, gli interporti, ovvvero i nodi logistici in cui si incontrano le varie vie ferroviarie, stradali e autostradali, portuali, doganali e via dicendo. Gli interporti sorgono in quartieri che si trovano normalmente alla periferia delle grandi città, sono adibiti all’interscambio delle merci e sono attrezzati di magazzini normali e refrigerati.
Anche il Governo italiano negli ultimi anni sta promuovendo lo sviluppo di queste realtà, con l’obiettivo di liberare in parte le città dall’assedio dei mezzi pesanti, consentendo che le merci vengano smistate in centri adatti, spostate da mezzi grandi a mezzi più piccoli e per questo motivo maggiormente adatti alla consegna nei centri urbani, per arrivare ai negozi o ai singoli utilizzatori finali.
Ormai tutte le grandi città italiane sono provviste di interporti. I più attivi risultano quelli situati sulle grandi direttive di traffico tra il nord e il sud Europa e quelli situati ai punti nodali di confine. Esempi positivi e funzionanti già da qualche anno possono essere considerati quelli di Ancona, Bologna, Padova, Rovigo, Verona, Parma e Torino nonché quelli situati dove in passato c’era la porta di uscita dall’Unione Europea verso le nazioni dell’ Est-Europa, a Bari, Cervignano del Friuli, Pordenone, Gorizia e Trieste.Qualche settimana fa, ad esempio, la banchina dell’Interporto di Rovigo ha supportato il primo carico su chiatte di impianti fuori sagoma, altrimenti non trasportabili su strada, destinati ai campi petroliferi in Oman, sultanato asiatico confinante con gli Emirati dell’Arabia Saudita
Guardando in dettaglio gli interporti italiani, un modello interessante è quello di Padova, che rappresenta un nodo strategico per le merci in partenza e in arrivo da Europa, Africa e Asia. Contando su di una superficie di più di 2 milioni di metri quadrati, la realtà padovana è collegata ai principali assi viari e ferroviari che tagliano in lungo e largo il Veneto. Al suo interno trovano spazio 100 e passa aziende, 80 delle quali operanti nel settore dei trasporti. Tra gli altri numeri interessanti si segnalano le 1.200 unità di lavoratori impiegati a cui si aggiungono i tremila addetti dell’indotto.
Un circolo virtuoso dei trasporti è stato recentemente varato invece dalla Regione Campania, che ha stanziato due milioni di euro al Comune di Mercato San Severino. Le autorità regionali hanno infatti approvato il piano di riparto delle risorse disponibili a favore dei Comuni ritenuti ammissibili, tra cui Mercato San Severino, per la realizzazione del polo integrato della logistica e della ricerca scientifica.
«È un importante passo avanti – ha spiegato il sindaco Giovanni Romano – per la realizzazione della prima piattaforma retroportuale della Regione Campania. Il finanziamento ci consente di avviare la fase operativa di negoziazione con gli operatori del settore che hanno già manifestato l’interesse ad insediarsi sul nostro territorio, riducendo l’onere a loro carico per l’acquisto delle aree, in questo particolare momento di difficoltà economica generale».
La progettazione del Polo della Logistica, promossa dal Comune, ha mosso i primi passi da un protocollo d’Intesa firmato dall’Università di Salerno, Confindustria Salerno, società Interporto, Provincia di Salerno e Regione Campania.
«Il finanziamento ottenuto – ha sottolineato Romano – ci consentirà di completare la rete degli accessi all’area rendendola fruibile. Abbiamo puntato molto su questa iniziativa perché riteniamo strategico il settore della logistica, in coerenza con quanto stabilito nel Piano di Sviluppo Regionale. Essa risponde alla vocazione storica ed economica territoriale che colloca la nostra città tra i centri più importanti di smistamento dei traffici commerciali fin dal periodo romano ».La nuova area interportuale diverrà un centro di coordinamento delle attività del porto di Salerno, dell’aeroporto di Pontecagnano e dell’interporto di Battipaglia.

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