Il piano aggregato di produzione è lo strumento che ci consente di verificare se il livello di produzione desiderato è fattibile oppure no. Il piano aggregato è una simulazione della realtà che ci consente di prendere delle decisioni valutando diverse strategie produttive e differenti politiche di gestione delle scorte. Partendo dai dati di input come la domanda e la capacità produttiva è possibile determinare per macrofamiglie di prodotti le quantità da produrre valutandone l’impatto sui costi per la manodopera, per l’utilizzo dei macchinari, il livello di saturazione della capacità produttiva ed il livello del magazzino. Nei casi più semplici come quello delle piccole imprese è possibile elaborare il tutto tramite un foglio di calcolo e sperimentando sulla “carta” diverse strategie attraverso la creazione di scenari che poi è possibile comparare per decidere quale strategie perseguire. Di particolare importanza risulta essere il dato di input della domanda che possiamo suddividere in livelli crescenti di certezza come ad esempio gli ordini confermati dai clienti, gli ordini aperti per i quali avremo differenti gradi di variabilità a seconda della periodo temporale (ad esempio ordini fino a 3 settimane nessuna variazione, ordini tra le 3 e 5 settimane variazioni del 15%, ordini tra le 5 e le 7 settimane variazioni del 25% ecc), le previsioni derivanti da budget forniti dai clienti (a differenza degli ordini clienti aperti per questi non rappresentano obblighi contrattuali ad acquistare ma delle indicazioni di possibili acquisti) ed infine le previsioni derivanti dall’analisi dello storico della domanda. Ovviamente gli ordini confermati hanno il grado di certezza maggiore (il cliente deve “solo” ritirare la merce) rispetto alle previsioni.
Voucher digitale
Finalmente è uscito il decreto direttoriale sul Voucher MiSE, che permette alle imprese di recuperare a fondo perduto fino a 10.000 euro per gli interventi