In diversi processi produttivi l’attività di lavorazione genera degli scarti o sfridi in modo particolare nelle operazioni che prevedono il taglio di materiale. In tutti questi casi è necessario gestire questo materiale dal punto di vista fiscale e logistico.
Dal punto di vista logistico bisogna tenerne conto sia nel determinare gli impegni di produzione sia per determinare gli scarichi di produzione, infatti quando calcoliamo la domanda di un articolo che è soggetto a sfridi e scarti bisogna tenerne conto in quanto bisogna consideralo per determinare il fabbisogno da acquistare, inoltre quando il nostro prodotto è terminato è necessario scaricare non solo tutto il materiale impiegato per realizzare il prodotto finito ma anche il materiale scartato in quanto non è più in giacenza in magazzino, viceversa avremo falsato la giacenza di magazzino.
In modo particolare se scarichiamo il materiale in automatico quando carichiamo il prodotto finito se non consideriamo lo scarto generiamo un disallineamento sistematico tra giacenza fisica e giacenza contabile. È quindi necessario introdurre una percentuale di scarto che in automatico scarichi il materiale non utilizzato in lavorazione, soluzione possibile nei casi in cui lo scarto è direttamente proporzionale alla lavorazione del singolo prodotto, (ad esempio produco 100 matite ho lo 0,5% di scarto di grafite), differentemente nei casi in cui lo scarto è in relazione con la lavorazione di più prodotti dovrò procedere ad uno scarico periodico del materiale scartato (è il caso degli sfridi dovuti al taglio delle lastre di vetro, in questo caso la percentuale di scarto va considerata sulla lastra di vetro da cui sono derivate le singole lastre più piccole).
Per alcune di tipologie di prodotti è la legge stessa a prevedere la percentuale di scarto da applicare come nel caso del alcol o del gas, infatti il decreto ministeriale del 21 novembre 1874 prevede in una apposita tabella le percentuali di scarto definite come cali tecnici dovuti alla lavorazione della materia prima.