Si parla spesso di filiera corta, di prodotti a KM zero, ma per poter realizzare questo approccio è necessario perseguire l’obiettivo dell’efficienza logistica
secondo i principi di sovranità alimentare, per l’approvvigionamento vanno privilegiati i produttori geograficamente più vicini. A tal proposito, è necessario precisare che la logica del chilometro zero va perseguita tenendo però ben presente i limiti dell’ambiente circostante. Infatti, il chilometro zero per essere applicato nella sua interezza, presuppone un equilibrio nella distribuzione della popolazione sul territorio che purtroppo oggi non esiste (l’alta densità abitativa nei centri urbani a fronte di uno spopolamento delle campagne). In Lombardia, ad esempio, non disponiamo della superficie agricola necessaria per produrre tutto quello di cui abbiamo bisogno e, attorno a città come Milano, diventa praticamente impossibile trovare produttori biologici. Pertanto, vanno ricercati i produttori che rispettano le norme sulla coltivazione biologica più prossimi al nostro centro d’interesse, il che non significa necessariamente “sotto casa”.
Gli acquisti vanno programmati a seconda delle disponibilità del produttore, legate soprattutto alla stagionalità. Per questo, il rapporto consumatore- produttore è importante, insieme si possono pianificare le coltivazioni, stimare i volumi necessari al fabbisogno e stabilire un prezzo stabile per tutta la durata della stagione, che non oscilli come nella grande distribuzione. Fare la spesa sulle disponibilità del momento genera una capacità adattiva nel consumatore che si è del tutto persa a causa delle logiche di mercato, miranti a garantire qualsiasi alimento per 365 giorni all’anno.