In molte imprese, ancora oggi, il magazzino è visto come un male necessario non come una risorsa importante per l’impresa, e se per la produzione si investe in nuovi e moderni macchinari o il commerciale ha budget importanti per gestire fiere o campagne pubblicitarie, al povero responsabile di magazzino rimangono le briciole con le quali gestire scaffalature, imballaggi, muletti, capannoni e magazzinieri.
Molti imprenditori pensano che un scaffale, un muletto o un imballaggi siano poco importanti per soddisfare il cliente, salvo poi accorgersi che a causa degli scarsi investimenti in logistica, il materiale arriva in ritardo, danneggiato, mancante oppure arriva il codice sbagliato.
In altri casi si sceglie l’esternalizzazione del magazzino in nome dell’efficienza e della riduzione dei costi ma poi il personale della cooperativa a cui si affida il servizio è scarsamente motivato e formato con gravi ripercussioni sul livello di servizio al cliente.
Se il magazzino è il cuore pulsante dell’azienda, che mette in circolo i materiali necessari per la realizzazione del prodotto finale e quindi per la soddisfazione del cliente finale, allora purtroppo in molte aziende questo cuore è malato e pieno di colesterolo. Riprendersi il mercato perduto richiede quindi di investire in logistica, nelle strutture, nei sistemi di stoccaggio e di movimentazione, nei software e nella formazione dei magazzinieri, non bisogna pertanto considerare le spese del magazzino come costi da comprimere il più possibile ma come investimenti per cui valutare il loro ritorno economico.