Il sistema agroalimentare è definito come l’insieme complesso di attività coinvolte nel flusso di beni e servizi dal punto iniziale delle aziende agricole ai consumatori finali. Lo spreco in tale sistema tocca tutti gli step della catena produttiva: produzione, trasformazione, distribuzione e consumo.
In base alla definizione, sprecare significa usare in modo tale che determinate qualità o quantità di una cosa vadano perdute o non vengano utilizzate e quindi utilizzare senza mettere a frutto o non nel modo corretto. Spesso questo può significare un consumo in eccesso di un determinato bene, ma anche il suo mancato utilizzo.
In ambito agroalimentare si definisce spreco un prodotto che ha perso il proprio valore commerciale, e quindi cessa di essere considerato merce, ma non le proprie qualità e la funzione di alimento. Si tratta di un bene che può essere ancora utilizzato secondo la propria destinazione finale: l‟alimentazione umana, ma non può più essere venduto. Diviene quindi invenduto, ma non invendibile.
Generalmente si definiscono “eccedenze” gli sprechi relativi al primo step, la produzione agricola, e si riferiscono a quei beni che il mercato non è in grado di allocare. Mentre si parlerà di “surplus” e “invenduti” negli step successivi della trasformazione e distribuzione, avendo la formazione di prodotti in eccesso carattere straordinario e aleatorio, come nel caso di danneggiamenti, errori, scadenze ravvicinate, ecc.
In realtà, a questa categoria di prodotti se ne associa un’altra, costituita da quei prodotti che non presentato le caratteristiche organolettiche ed igieniche che ne garantiscono la consumabilità da parte della popolazione.
Si tratta di perdite necessarie a garantire la sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti e la salute dei consumatori e che devono essere eliminate e sono destinate a essere smaltite come rifiuto, sono quindi definite come inevitabili.
Viceversa alla prima categoria appartengono grandi quantità di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili che per le più svariate ragioni non possono raggiungere o sono state tolte dal mercato, e che di conseguenza sono definiti “sprechi alimentari evitabili”.
Una buona logistica ed un sistema informativo adeguato possono contribuire alla riduzione degli sprechi nel settore agroalimentare